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PERCHE’ SVOLGERE TRAINING FISICO?
La società attuale si caratterizza
purtroppo per la scarsa propensione al movimento; ad esempio
il 38% della popolazione USA è
inattiva e il 57% degli Europei svolge attività fisica quotidiana inferiore a
30’ (66% in Italia).
L’inattività fisica è un fattore di
rischio per malattie del sistema cardiovascolare: in particolare, il
rischio relativo di malattia coronarica correlabile ad inattività fisica aumenta
da 1.5 a 2.4 volte ed è paragonabile agli altri fattori di rischio tradizionali
come ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, fumo; ancora, il 12% della
mortalità in USA è direttamente riconducibile ad inattività fisica.
L’esercizio
fisico è in grado invece, di ridurre sia la morbilità, ovvero la tendenza ad
ammalare, sia la mortalità (totale e cardiovascolare). Nella popolazione
generale è bassa l’incidenza di morte durante attività fisica, decisamente
prevalente durante sforzi vigorosi (> 6 mets). La riabilitazione cardiologica,
come noto, riduce la mortalità totale del 27% e quella cardiovascolare del
26-31%.

Numerosi sono gli
effetti favorevoli esercitati dal training
fisico:
- Incremento della capacità funzionale e lavorativa.
- Riduzione di pressione arteriosa (PA) e frequenza cardiaca
(FC) (il cosiddetto doppio
prodotto) a riposo e per sforzi sottomassimali;
ciò consente un risparmio di energia da parte
del Cuore.
-
Riduzione del Colesterolo totale, del Colesterolo LDL (dannoso),
dei trigliceridi. Riduzione
dell’iperglicemia. Aumento del
Colesterolo HDL (protettivo).
-
Riduzione delle Catecolamine circolanti (Adrenalina,
Noradrenalina).
-
Riduzione del numero, adesività e aggregabilità delle piastrine
(cellule del sangue coinvolte
nella formazione del coagulo sanguigno).
-
Riduzione nella potenza della risposta coagulativa e attivazione del
sistema fibrinolitico
(sistemi di proteine del sangue anch’esse dedicate
alla formazione e scioglimento del coagulo).
-
Potenziamento della vasodilatazione endotelio-mediata.
Tali effetti favorevoli si ottengono sia nel soggetto
sano, come pure nel cardiopatico; in quest’ultimo si segnala
l’innalzamento della
soglia ischemica e la riduzione dell’ischemia (= sofferenza del Cuore) da sforzo
a parità di impegno fisico; gli incrementi della capacità lavorativa sono
significativi e vanno dal 15 al 25%; importanti miglioramenti si verificano
pure in soggetti con disfunzione cardiaca ventricolare sinistra (ridotta
capacità di pompare il sangue all’organismo);
maggiori effetti si hanno con programmi prolungati, per
cui l’ideale sarebbe praticare attività fisica costantemente.
E’
importante ricordare che la sopravvivenza aumenta del 12% per ogni MET di
incremento di lavoro svolto al tappeto ruotante o al cicloergometro (1 MET=
consumo di ossigeno dell’organismo in stato di riposo).
A cura del Dr. Enzo Mantovani

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